Ma in Italia quali sono le principali tendenze del settore degli imballaggi alimentari?  in termini di prezzi? 

Per 4 imprese italiane su 10, gli ultimi due anni sono stati una prova al fumicotone: quando pensavano di aver passato più o meno illese la crisi del secolo, il Covid-19, si sono ritrovate a fare i conti con il conflitto russo-ucraino. Prima, dunque, le difficoltà di trasporto, poi un'impennata di prezzi senza precedenti e la carenza, per di più, di alcuni materiali. 

Risultato, il gioco si è fatto duro e, oggi, detta due regole fondamentali: la velocità e il dinamismo. Per le imprese che riescono ad adeguarsi, il premio è un aumento costante, e considerevole, dei fatturati, che promettono, quest'anno, di attestarsi di media intorno al +30% rispetto al 2021 (quando già avevano sorpassato il +20% rispetto al 2020): una vera e propria esplosione. 

Imballaggi alimentari: situazione attuale 

 
Il settore degli imballaggi alimentari in Italia non fa eccezione rispetto alla tendenza globale. Le tensioni che lo interessano hanno un respiro mondiale: ciò che distingue le imprese nazionali sono, invece, le soluzioni che sono riuscite ad adottare per non soccombere. 

Covid-19 e guerra russo-ucraina sono, dunque, come dappertutto in Europa e non solo, i principali responsabili della rivoluzione in atto nell'ultimo biennio nel settore degli imballaggi alimentari. Il Covid ha determinato il decollo dell'e-commerce e il conflitto ha imposto la corsa ai ripari su alcuni imballaggi, ad esempio quelli in plastica che, in quanto derivati del petrolio, sono carenti e costosi. 

Sui kraft, da ottobre a oggi, le imprese parlano di un aumento dei prezzi attestato intorno al 40%: il fenomeno è tanto più rilevante, secondo gli operatori italiani, perché ha finito per trainare ache semichimiche, bianchi e carte da macero. La tempesta ha raggiunto il culmine a luglio, con la penuria di materiali: impossibile, al momento, fare previsioni. Le imprese si attendono, e sperano, un ritorno alla normalità, almeno parziale, per ottobre, quando contano di fare il punto della situazione e programmare nuove strategie. Per ora, invece, si naviga a vista. 

Anche per il PET, il problema è generale: nel 2021 gli operatori hanno chiesto la produzione di 4 tonnellate circa di materiali, ma la capacità produttiva reale è di appena 2,5 milioni. Il disequilibrio tocca l'Italia come tutti gli altri Paesi membri. 

Pe le cassette di legno, i prezzi continuano a salire incessantemente da due anni ma, di media, nel 2022 segnano +50% rispetto al 2021 (ma già erano aumentati tra il 20 e il 30% l'anno precedente) e la sensazione è che il trend sia tutt'altro che esaurito. I rincari non riguardano soltanto la materia prima, dunque il legno, ma anche altri i metalli utilizzati per la produzione delle cassette. Non è la prima volta che i prezzi, in Italia, salgono ma questa volta i produttori non riescono a sostenerne il ritmo: sebbene in passato, infatti, già si siano verificate situazioni di aumento dei prezzi della materia prima, i produttori di imballaggi alimentari in legno erano sempre stati in grado di smaltire i rincari senza riversarli sui clienti. Oggi, però, l'impennata è troppo elevata e repentina e al prezzo si aggiunge la difficoltà di reperire la merce. 

Una bolla speculativa? Le aziende italiane degli imballaggi alimentari ritengono che non si tratti di questo: l'opinione generale è che i rincari e la carenza di materiali riguardino troppi settori e, per questo, non possano costituire un fenomeno passeggero. Le cause, secondo i fornitori, stanno piuttosto di una domanda crescente, generata sia da mercati in piena espansione (in primis, l'e-commerce) sia da un'abitudine generalizzata dei consumatori che hanno scoperto i vantaggi delle consegne a domicilio.  

Se ancora non bastasse, a fare da cornice ci sono i costi di trasporto: quelli delle merci provenienti dall'Oriente sono aumentati a più riprese e, oggi, risultano quintuplicati rispetto al 2020. A causa della guerra in Ucraina, poi, si sono aggiunte le tasse per rischio bellico, mentre i tempi di consegna sono passati da qualche giorno a qualche mese. 

Imballaggi alimentari: come scegliere 
 

Come stanno reagendo le imprese italiane che si occupano di imballaggi alimentari all'emergenza generalizzata?  

La resilienza è passata dalla teoria ai fatti: se le forniture standard scarseggiano, gli imballaggi su misura sono un'opzione allettante, perhé consentono ai clienti di risparmiare e ai produttori di utilizzare gli stock per soddisfare le domande di fornitura. Con due vantaggi essenziali: 
 

  • capacità di adattamento a qualsivoglia richiesta, riguardi essa lotti o serie, e semplificazione del processo di logistica
  • riduzione dei costi relativi al materiale di riempimento (pluriball e plastiche) e, di conseguenza, eliminazione degli sprechi e delle scatole di magazzino

Di fronte alla penuria di materiali, gli imballaggi eco friendly hanno conquistato quote di mercato insperate, in un così breve lasso di tempo. 

Secondo i fornitori italiani, sono cambiate anche le commesse: ai grossi quantitativi si sono sostituiti ordini più piccoli ma più frequenti che sfruttano i materiali a disposizione, adeguando di volta in volta la richiesta.  

La supply chain degli imballaggi in Italia è, oggi, una catena solidale: il rapporto fornitori-clienti è fondamentale per 8 aziende su 10 e solo due si sono, di fatto, avventurate alla ricerca di nuove soluzioni. La fiducia dei clienti è stata ripagata dai venditori con una maggiore flessibilità sui termini di pagamento, mentre i produttori hanno accettato di dividersi le spese con i loro clienti, in attesa che la tempesta dei prezzi passi.