Italiani e funerali: fotografia sociale
Secondo l'Istat, gli italiani sono in maggioranza credenti, ma solo un quarto di loro è praticante. Quasi un italiano su due sceglie la cremazione per il proprio funerale, ma se deve occuparsi della cerimonia di una persona cara privilegia la sepoltura.
La tendenza ha due spiegazioni:
• nel primo caso, si eseguono le ultime volontà della persona cara
• nel secondo caso, si preferisce l'idea di poter andare a trovare il caro estinto, rendendo omaggio alla sua tomba.
C'è un dato dell'Istat che, però, sorprende più di tutti: la maggior parte delle famiglie non conosce il costo reale dei funerali. Il perché è semplice: più della metà non ha mai dovuto organizzarne uno. Con la democratizzazione dell'assicurazione funebre, infine, il 42% degli italiani ritiene che il funerale debba essere pagato personalmente dal defunto.
Inflazione e funerali: la situazione attuale
È soltanto una delle conseguenze indesiderate dell’inflazione: l'attuale aumento dei prezzi colpisce anche i funerali e più in particolare le cremazioni, il cui processo si basa proprio sull'utilizzo del gas. Secondo il Codacons, il prezzo di questo servizio potrebbe aumentare del 35% nei prossimi due anni, quando verranno rinnovati i contratti di fornitura del gas.
Le cremazioni
Quella del gas naturale in Europa è una vera e propria impennata: il suo prezzo, infatti, è praticamente raddoppiato dall'inizio dell'anno e si è addirittura moltiplicato per 7 rispetto al 2021, stando ai dati del mercato di riferimento, il TTF olandese. Se fino a oggi, dunque, cremare un morto costava intorno ai 700 euro, nel 2024 questo prezzo potrebbe superare i 900 euro.
Di fronte a questa situazione, e per evitare di far ricadere l'aumento sulle famiglie in lutto, le aziende del settore stanno esplorando nuove strade, in particolare quella di prendere accordi con i Comuni. I fornitori di servizi, infatti, versano una parte delle loro entrate al Comune come parte della loro attività: per non perdere clientela, chiedono, perciò, di ritoccare questo contributo, in modo da limare le fatture finali.
Il picco delle bare
I rincari non riguardano, purtroppo, solo le cremazioni. Anche le bare, oggi, costano di più: il prezzo del legno, infatti, è aumentato, ma anche quello dello zinco utilizzato per i rivestimenti è interessato da un trend in costante ascesa. Se la scelta dei familiari di un estinto, insomma, contempla due possibilità (cremazione o sepoltura), la musica non cambia: il funerale costa sempre di più. Ancora una volta, il Codacons ravvisa un vero e proprio picco senza precedenti anche nel settore dei servizi (vestizione e preparazione della salma, trasporto, allestimento della lapide, pubblicazione del necrologio, etc). Il fatto è che anche il prezzo della benzina è salito e, quindi, costa di più spostarsi per raggiungere i defunti. Come sono saliti anche i valori della carta, dell'elettricità utilizzata per far funzionare i macchinari e persino dei fiori. Considerato tutto, andare al risparmio è un concetto di difficilissima applicazione.
Inflazione e funerali: facciamo i conti
Per fare un calcolo di massima, in Italia seppellire un caro estinto costa tra i 2.000 e i 3 mila euro, che pesano decisamente tanto sui bilanci delle famiglie. Di qui il successo delle aziende low cost, che promettono una degna sepoltura per cifre che sfiorano appena i 1.000 euro. Ma com'è possibile? Il concetto è semplice, si raschia il fondo del barile: dunque, niente affissioni (e, quindi, niente carta), fiori limitati al minimo (e possibilmente specie poco costose), servizi che prevedono meno spostamenti possibili, veglie funebri spogliate degli ornamenti e legni meno pregiati per le bare. Fin qui, le sepolture che permettono, in qualche modo, di applicare dei tagli. Ma le cremazioni? Di per sé sottintendono un risparmio, perché non è necessario acquistare loculi o pagare tasse di interramento, ma oltre questo c'è ben poco da fare: i costi sono fissi e pressoché analoghi per tutti. L'urna si può tenere in casa, così come viene affidata dal Comune (sigillata): in teoria, dovrebbe essere sorvegliata 24 ore su 24 e, in caso di spargimento delle ceneri, va chiesta una speciale autorizzazione, con tanto di vigili che assistono alle operazioni. Queste sono le regole, ma come si fa a essere sicuri che le ceneri contenute nell'urna siano proprio del caro estinto? Impossibile averne la certezza. Insomma, si affida il defunto all'azienda di pompe funebri come se si facesse un atto di fede. Funziona in maniera diversa per gli amici a quattro zampe: le loro cremazioni sono, infatti, accompagnate da video che vengono recapitati ai proprietari unitamente alla consegna delle ceneri. Per gli umani, invece, l'unica possibilità è fidarsi.