Inflazione 2022: crollo delle vendite al dettaglio
Le conseguenze della pandemia di COVID-19 e della guerra in Ucraina stanno mettendo a dura prova le catene di approvvigionamento internazionali. Ciò significa che ci troviamo di fronte a una domanda elevata e a un'offerta bassa. Questo spiega perché i costi di quasi tutti i beni e delle risorse sono in forte aumento da mesi. Ciò si è ora trasformato in un'inflazione dilagante, anche in Italia. Secondo l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC), il tasso di inflazione nell’agosto 2022 é stato quasi del 10%[1] rispetto allo stesso mese dell'anno scorso.
L’accelerazione dell’inflazione si deve soprattutto “ai prezzi dei beni alimentari e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona”, secondo l'Istat. Le conseguenze si ripercuotono negativamente sulla maggior parte dei settori. Questo, ad esempio, è vero nel commercio al dettaglio, dove i volumi di vendita sono diminuiti dell'1,1% nell'agosto 2022. Ciononostante, stando ai dati dell’Istat, “rispetto ad agosto 2021, il valore delle vendite al dettaglio cresce per tutte le forme di vendita: la grande distribuzione (+6,2%), le imprese operanti su piccole superfici (+2,2%), le vendite al di fuori dei negozi (+3,9%) e il commercio elettronico (+3,7%)”.
A livello macro, la Banca centrale europea (BCE) ha riconosciuto la gravità degli effetti dell'inflazione e ha deciso di introdurre alcuni cambiamenti. Dopo molte esitazioni, ha cambiato la sua strategia di tasso di interesse zero e ha aumentato significativamente il tasso di interesse chiave allo 0,5% il 21 luglio 2022. "Ulteriori misure in questa direzione sono possibili alla luce degli attuali sviluppi", ha dichiarato il Presidente della BCE, Christine Lagarde, in seguito a questa decisione.
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Le PMI italiane sono frenate dall'impatto del caro energia
“Per il quarto trimestre del 2022, solo e soltanto il 10% delle aziende si aspetta un fatturato in aumento rispetto al 2021. Il 42% delle imprese ritiene che l’ultimo scorcio dell’anno possa chiudersi in maniera stabile, mentre il 37% ritiene che possa essere addirittura peggiore rispetto a quello dello scorso anno”, scrive Wall Street Italia. Ridurre gli orari di lavoro e anticipare la chiusura sono le due soluzioni che almeno un’azienda su quattro ha pensato di adottare per far fronte all’inflazione dei prezzi. “Il 6% delle attività starebbe pensando a una vera e propria chiusura nel periodo di bassa stagione”, continua WSI.
Sfruttare i finanziamenti garantiti e cambiare gli elettrodomestici e i macchinari sono altre strategie che le PMI avrebbero intenzione di intraprendere. Secondo un sondaggio condotto da SWG per conto di Confesercenti, “solo e soltanto il 54% delle aziende chiede nuove misure per ridurre gli importi delle bollette. Il 28% vorrebbe degli interventi per frenare l’innalzamento dei prezzi di beni e servizi, prima di tutto delle materie prime”. I rincari energetici sono il problema e la preoccupazione principale. Secondo Sangalli, presidente di Confcommercio, gli effetti negativi di questo incremento significherebbero la chiusura per 120.000 PMI e la conseguente perdita di 370.000 posti di lavoro nella prima metà del 2023.
Si tratta di “emergenze che si sommano alla debolezza strutturale della crescita e dei consumi unita a una eccessiva pressione fiscale, che caratterizza la nostra economia", ha spiegato. “Fronteggiare l'emergenza energetica, contenere l'inflazione e contrastare il pericolo recessione" sono le sfide individuate da Sangalli. L’inflazione e la crisi energetica sono state definite metaforicamente da Sangalli come la “nuova pandemia”.
Come le aziende possono affrontare le conseguenze dell'inflazione
Cosa possono fare le aziende per ridurre al minimo gli effetti dell'inflazione? A tal fine, raccomandiamo in particolare le seguenti cinque misure.
- I dipendenti del dipartimento finanziario che hanno già esperienza nella gestione degli effetti dell'inflazione sono uno strumento importante. Tuttavia, questa esperienza potrebbe essere lacunosa, perché negli ultimi anni questo tema non ha avuto un vero e proprio peso. In ogni caso, poiché è probabile che l'economia locale ne risenta ancora per molto tempo, è bene che vi concentriate sul lavoro di ricerca e selezione del personale. Se cercate personale che conosca l'inflazione e i suoi effetti, dovreste allargare la ricerca ai Paesi che, da sempre, ne sono stati gravemente colpiti, come l'Argentina e il Brasile.
- Anche la pianificazione e la gestione delle vendite devono essere adeguatamente modificate. Raccomandiamo quindi la stretta integrazione dei vostri reparti vendite e marketing. Poiché l'inflazione sta avendo un forte impatto sui costi di approvvigionamento e di produzione, le vendite e i profitti si stanno assottigliando. Una buona gestione dei clienti e della redditività può contrastare questa situazione, ad esempio aumentando i prezzi e ottimizzando il mix di prodotti e servizi.
- Un altro approccio è la gestione intelligente dei costi. A tal fine, il team finanziario dovrebbe lavorare più da vicino con il management aziendale, con l'obiettivo di analizzare opportunità e rischi a breve e lungo termine. Ciò vale in particolare per il vostro portafoglio fornitori e la tutela durevole della vostra capacità di fornitura. Un'altra opzione sono contratti flessibili contenenti le cosiddette clausole di adeguamento dei prezzi, anziché prezzi fissi. Ciò consente alle aziende di trasferire ai clienti l'aumento dei costi per le materie prime o l'energia. Le soluzioni digitali possono supportare questo aspetto nell'ambito della gestione delle prestazioni aziendali.
- È inoltre opportuno disporre di una liquidità sufficiente per poter reagire ai mutamenti continui delle circostanze. In primo luogo, ciò significa sfruttare al meglio i propri parametri di pagamento e in secondo luogo, incoraggiare i clienti a pagare più rapidamente le loro fatture. Se necessario, una linea di credito con la vostra banca abituale aiuta a fornire un rapido accesso a ulteriori risorse finanziarie. In alternativa, sono disponibili prestiti con un tasso di interesse fisso da tre a cinque anni.
- Come già accennato, disporre di personale finanziario ben qualificato è di grande aiuto nella lotta contro gli effetti dell'inflazione. Queste figure dovrebbero sentire un forte senso di responsabilità nei confronti dell'azienda. Perché, se vanno via, non solo avrebbe dei costi extra reclutare nuovi talenti, ma ne risentirebbero anche le conoscenze, la reputazione, la motivazione e la produttività dell’azienda. Per evitare questo scenario, i responsabili finanziari devono mantenere stretti contatti con i loro dipendenti e rispondere alle loro esigenze. Ciò può comportare l'aumento dei salari, nonché l'offerta di modelli di orario di lavoro flessibili e benefici finanziari. In definitiva, si tratta di stabilire o espandere un buon sistema di incentivi.