Materiale medico: situazione attuale dei prezzi in Italia 
 

L´effetto della pandemia cominciava appena a sbiadire quando la guerra russo-ucraina ha inflitto una nuova stangata al settore del materiale medico. L´Italia non è immune ai rincari che interessano il resto del mondo, ma le principali tendenze nel settore del materiale medico  qui sono più pesanti, per la natura stessa delle forniture. 

Materie prime e prezzi alle stelle 
 

In Italia, come altrove, le materie prime e i relativi rincari giocano un ruolo di primo piano nell'aumento generale dei prezzi delle forniture medicali: secondo il responsabile della sezione dispositivi medici di Confindustria, Massimo Boggetti, l'impennata di prezzi riguarda principalmente il ferro (+51,6%), l’alluminio (+39,5%), l'acciaio inox (+36,3%), le plastiche (+34,8%) e le componenti elettroniche (+32,1%). 

Trasporti mai così cari 
 

L'exploit dei costi di trasporti e importazioni (componentistica, semilavorati e prodotti finiti) si attesta al +189% circa, nel 2022 rispetto allo scorso anno, con picchi di oltre il +400%. Trasportare un container verso l'Italia, oggi, costa almeno il 50-60% in più rispetto a quanto accadeva nel 2019. Anche il prezzo del trasporto aereo è triplicato, a causa del maggior costo del carburante e il conflitto russo-ucraino ha imposto l'applicazione di sovratasse per rischio bellico. Il risultato è un incremento generale del +230% rispetto alle medie del 2020. 

Rincari energetici superiori alla norma 
 

Al quadro generale, si aggiunge un aggravante: i costi energetici in Italia superano le medie europee e il risultato è un incremento delle bollette di oltre il 300% nel giro dell'ultimo anno. Un peso che rischia di diventare insopportabile e che grava, ovviamente, sui costi agli utenti finali. 

Produzione all'impasse 
 

I costi di produzione sono aumentati, nel 2022, complessivamente di circa il 10%. Ma non è questo che desta la maggiore preoccupazione: il problema vero è che 8 aziende su 10 hanno dovuto ritardare la produzione a causa della difficoltà di reperire materie prime e che il 21% ha dovuto ridurla. L'acquisto delle materie prime, inoltre, è costato oltre il 50% in più rispetto al 2021. La criticità è un campanello d'allarme, in particolare, sul fronte dei farmaci generici, che potrebbero accusare problemi di disponibilità nel breve e medio periodo: per il momento, le aziende italiane sono riuscite a fronteggiare la sitiuazione ma il rischio esiste e non è poi così remoto. 

Diverse categorie di medicinali equivalenti hanno ancora costi molto contenuti, ma se la crisi non si arresta, e in assenza di misure di sostegno, le aziende vanno incontro all'impossibilità di mantenere in commercio i prodotti, causando la carenza di approvvigionamenti. 

L'Italia a capo della joint action europea 
 

Riequilibrio dei prezzi ex factory e contrasto all'aumento delle materie prime costituiscono, per gli operatori del settore del materiale medico due priorità: l’Italia, in tal senso, gioca un ruolo di primo piano nella partita europea, perché guida la proposta di una Joint Action comunitaria incaricata di avviare iniziative concrete per evitare la débacle generale. L'intento è quello di promuovere misure di carattere regolatorio: se non una deregulation vera e propria, almeno norme che possano dare indicazioni sul trasporto e sullo stoccaggio delle forniture. 


L'imbuto degli appalti pubblici 

 

Una menzione a parte meritano le forniture di dispositivi medici che fanno seguito ad applati delle Pubbliche Amministrazioni. I contratti hanno bloccato i prezzi ad anni fa perché, una volta aggiudicate le gare, non è consentito rivedere i costi delle forniture. Il problema è che gli appalti sono stati chiusi prima dei rincari e adesso centinaia di aziende non riescono ad assorbire gli aumenti, che hanno praticamente azzerato i margini di guadagno. Perciò, una serie di contratti rischia di saltare, con l'aggravante di penali per inadempienza.  

Materiale medico: criteri di selezione 
 

Parola d'ordine: digitalizzazione. Le forniture di materiale medico, in Italia, corrono in rete, sempre di più. Oltre il 46% dei fornitori nazionali ha investito ingenti capitali negli ultimi due anni. La lezione più importante lasciata dalla pandemia del Covid-19 è che bisogna tenersi pronti a qualsiasi genere di eventualità e che i disastri si fronteggiano solo determinando la quantità di inventario da avere a portata di mano. Disastri naturali a parte, sono le nuove emergenze e i rischi 4.0 a preoccupare gli attori principali del settore: hacker che tengono in ostaggio il carburante e blocchi all'interno delle principali rotte marittime. Insomma, i fornitori si sentono minati da una serie di eventualità che possano interrompere le catene di approvvigionamento.  

La carenza di materiali si fronteggia, in Italia, con la multifornitura: vale a dire che le aziende, dagli ambulatori veterinari agli ospedali privati si sono creati un panel di referenti ai quali fanno ricorso a seconda del materiale da acquistare. Il problema non è il costo ma la disponibilità e le quantità, oltre che il rispetto delle normative europee vigenti. 

Least but not last, la qualità del servizio, che si traduce nello stoccaggio di forniture per conto delle aziende ma anche nella flessibilità nei termini di pagamento, è una discriminante niente affatto banale, soprattutto in tempi di emergenza come questo.  

Simili tendenze sono riscontrabili nell´ingrosso prodotti per farmacie ed erboristerie.