Fosse biologiche: a cosa servono?

 Qualsiasi edificio situato sul territorio urbano è allacciato alla rete fognante cittadina, responsabile dello scarico delle acque reflue. Le abitazioni lontane dalla città, invece, spesso non dispongono di questo genere di impianti: i loro proprietari, pertanto, sono obbligati a investire in una fossa biologica. Questa svolge la funzione di parziale liquefazione dei materiali inquinanti raccolti nei liquami e garantisce la ritenzione di materia solida e rifiuti galleggianti.
 

Fosse biologiche: come funzionano?

La fossa biologica altro non è che un serbatoio interrato che immagazzina l'acqua. Generalmente, è fabbricata in cemento, fibra di vetro o polietilene e le sue dimensioni possono variare tra 2300 e 5500 litri. Sebbene una volta fosse possibile costruirle in metallo, questo non è più possibile, ormai sin dal 1980.
I batteri contenuti nella fossa permettono, in una prima fase, di trattare la materia organica e di liquefare quella solida per decantazione, eliminando le impurità. I materiali liquidi attraversano il compartimento per poi arrivare nell'elemento di purificazione (detto anche letto di assorbimento o campo di purificazione), tramite una scatola di distribuzione o un tubo. Residui solidi e grasso rimangono, invece, all'interno della fossa biologica.
Il campo settico è costituito da una rete di tubi perforati che viene installata in uno strato di ghiaia, per rilasciare le acque reflue nel terreno di ingresso. I microrganismi presenti in questo letto di assorbimento contribuiscono al processo di biodegradazione. Il ruolo principale del campo di smaltimento è quello di eliminare i solidi sospesi e i microbi presenti nell'acqua.
Per garantire una depurazione ottimale dei rifiuti, l'acqua subisce un secondo e un terzo trattamento, grazie all'elemento di depurazione.

 

Fosse biologiche: quanto costano?

L'installazione di un sistema settico (fossa biologica e campo di smaltimento) costa tra i 15.000 e i 45.000 euro, in media, a seconda della tecnologia utilizzata per la sua costruzione.
A questa cifra va aggiunto, poi, il costo legato alla prova di analisi del terreno, che varia da luogo a luogo.

Fattori che influenzano il prezzo di una fossa biologica

I fattori che possono influenzare il costo totale di una fossa biologica sono numerosi. Tra questi ci sono:

                           • il tipo di sistema (reattore biologico o biofiltro) 
                           • la taglia dell'impianto installato (che a sua volta dipende dalla portata di acqua da                                           trattare)
                           • il tipo di apparecchiatura utilizzata per installare il sistema 
                           • i materiali utilizzati nel progetto e la loro disponibilità 
                           • l'accessibilità del sito 
                           • il numero di camere da servire.
 

Fosse biologiche: norme e regolamenti in Italia

È stato nel 1976 che il governo italiano ha deciso di adottare un regolamento relativo allo smaltimento delle acque reflue provenienti da abitazioni isolate, approvando la legge n.319: a questa norma si aggiungono, poi, specifiche disposizioni varate da Regioni e Comuni. La disposizione regolamenta in modo rigoroso la costruzione, l'installazione e la vendita di fosse biologiche.

Per la sostituzione e l'installazione di una nuova fossa settica, è essenziale far eseguire un'analisi preliminare del terreno, nonché richiedere un preventivo di costruzione e un piano di layout al fine di rispettare le normative in vigore. In caso contrario, sarà impossibile ottenere il permesso necessario per procedere con il progetto.
La fossa biologica, inoltre, va posizionata ad almeno un metro e mezzo di distanza dal fabbricato e a non meno di 10 metri, rispeto a tubi, serbatoi e pozzi di acqua potabile, per evitare possibili contaminazioni.
 

Fosse biologiche: le tipologie

Esistono 3 principali tipologie di fossa settica.
 

Fossa di diffusione

Questo tipo di sistema trasmette le acque reflue nel suolo senza danneggiare l'ambiente: è costituito da tubi di diffusione forati, installati in trincee e ricoperti di ghiaia. Tali tubi raccolgono l'acqua disinfettata dalla fossa biologica e consentono, quindi, di restituire al terreno acqua trattata.
 

Fossa con filtro a sabbia 

 In questo tipo di dispositivo, i tubi sono posizionati nelle trincee e ricoperti di sabbia. I microrganismi presenti nei granelli di sabbia consentono di trattare l'acqua. Una volta completata l'operazione, questa viene scaricata nella sabbia.
 

La cava di ghiaia

 Una volta effettuata l'operazione di pretrattamento delle acque reflue in fossa, queste si depositano in una vasca con un filtro che permette di stoccare i batteri rimasti. 
 

Fosse biologiche: i materiali

 I materiali più utilizzati per la costruzione delle fosse biologiche sono il PVC e il cemento: ognuno di questi presenta, ovviamente, vantaggi e vantaggi. È consigliabile, pertanto, optare per la fossa settica più adatta alle proprie esigenze.
 

Fossa biologica in cemento

 Questo dispositivo è particolarmente utilizzato nelle abitazioni che richiedono maggiore volume. Poiché il calcestruzzo è più resistente alla pressione, questo tipo di fossa biologica è in grado di sopportare eventuali movimenti del terreno. 
 

Fossa biologica in PVC

 Questa tipologia di impianto è appositamente realizzata per piccoli alloggi, con un massimo di 4 persone. L'installazione è semplice, il sistema è in grado di resistere alla corrosione e garantisce anche una migliore tenuta.

Fosse biologiche: come garantire il corretto funzionamento

Il corretto funzionamento della fossa biologica richiede diverse misure:

                        • far svuotare la fossa ogni 2 anni (per uso annuale) o ogni 4 anni (per uso stagionale) 
                        • proteggere il campo di drenaggio 
                        • controllare la quantità di acqua evacuata 
                        • manutenere il sistema.

Come capire quando la fossa è piena?

Diversi segni possono mettere sulle tracce di un problema con la fossa biologica, come:

                            • odore nauseabondo che fuoriesce dai dotti 
                            • liquido nero che appare sulla superficie del terreno 
                            • erba molto verde e spugnosa che ricopre l'area del campo di scolo 
                            • acqua che defluisce particolarmente lentamente dalla toilette o dal lavandino 
                            • pompa (se il sistema ne ha una) che funziona a intermittenza 
                            • presenza di contaminazione batterica all'interno della fossa biologica.
 

Svuotamento di una fossa biologica

Lo svuotamento della fossa biologica è necessario per evitare che solidi e grassi si accumulino al suo interno e compromettano il buon funzionamento del campo di smaltimento.

A seguito di uno svuotamento è bene sapere che è utile lasciare uno strato di fango sul fondo della vasca, poiché questo permette di trattenere al suo interno una certa quantità di batteri. Questi ultimi hanno una funzione ben precisa: contribuire a ridurre la quantità di fanghi e, quindi, ridurre il numero di pulizie.

Un buon indicatore per determinare se è necessario uno svuotamento è osservare la quantità di fango presente nella fossa: se raggiunge i 30 centimetri o è superiore a questo livello, è necessario procedere a una puliuzia accurata. L'ideale è far svuotare la fossa settica durante l'estate, in modo che la flora batterica abbia abbastanza tempo per ricostituirsi prima dell'inizio del freddo.
 

Protezione del campo di scarico dell'installazione settica

Per garantire che nulla schiacci i tubi o che il terreno non venga compresso, è necessario evitare di costruire qualsiasi installazione al di sopra del campo di scarico, come ad esempio un terrazzo o un patio. Il danneggiamento delle condutture sarebbe fatale per il corretto funzionamento del sistema settico, in quanto il drainfield non potrebbe più svolgere correttamente la sua funzione.
 

Controllo della quantità dell'acqua evacuata

Il controllo della quantità d'acqua ha due obiettivi principali: ridurre il consumo ed evitare l'uso di una grande quantità di acqua in un breve periodo di tempo. Il primo è giustificato dalla minore decomposizione della materia organica che si verifica quando il flusso d'acqua è troppo elevato all'interno della fossa. Per ridurre la quantità di acqua utilizzata, è possibile mettere in pratica pochi consigli:

                             • usare la lavatrice per fare solo carichi di bucato di dimensioni regolari 
                             • avviare la lavastoviglie solo quando è completamente piena 
                             • riparare rubinetti che perdono 
                             • installare dispositivi di risparmio idrico nei sanitari 
                             • ridurre l'utilizzo della vasca da bagno (meglio fare la doccia).

L'utilizzo di troppa acqua in un breve lasso di tempo è sconsigliato in quanto mantiene in sospensione particelle solide che vengono poi trasferite all'elemento scrubber.

È bene, inoltre, assicurarsi che gli scarichi e le grondaie non siano indirizzati alla fossa biologica e al campo di smaltimento, poiché ciò creerebbe una raccolta di acqua stagnante. Anche l'uso di un addolcitore d'acqua è sconsigliato, a causa del sovraccarico d'acqua che provoca e della sua eccessiva concentrazione di minerali.

Fosse biologiche: manutenzione

 Manutenere l'interno della fossa, utilizzando prodotti appositamente studiati per questo scopo è essenziale per il corretto funzionamento dell'impianto e, in particolare, per prevenire l'intasamento dei tubi. Di conseguenza, è preferibile effettuare una pulizia delle tubazioni per eliminare i residui attaccati alle pareti e il calcare.
È consigliabile, altresì, all'inizio dell'autunno, pulire i filtri e il prefiltro della fossa biologica, che si trovano sul lato liquido della vasca.

Ciclo vitale di una fossa biologica

 La vita media di una fossa biologica varia generalmente tra i 20 e i 25 anni. La durata dell'impianto è strattamente connessa alla qualità della sua installazione. Pertanto, è essenziale affidare il progetto a un professionista esperto in possesso delle licenze necessarie per eseguire l'operazione in conformità con le norme in vigore.
 

Prodotti vietati

 Sono diverse le categorie di prodotti che non sono raccomandate se si vuole mantenere una fossa settica in buone condizioni. La prima comprende i prodotti che riducono l'attività batterica, come disinfettanti (candeggina), olio motore, solventi, vernici e agenti chimici usati per sbloccare le tubature e lavare l'acqua dagli addolcitori.
Prodotti per la pulizia, detergenti a base di fosfati e sapone, inoltre, agevolano la proliferazione di alghe nei fiumi e nelle fonti d'acqua vicine.
Sono da evitare, infine, tutti gli elementi poco o non degradabili, come capelli, olio, grasso e tessuti.

Rilevare un problema di tenuta

 È possibile eseguire un test con fluoresceina, un colorante che reagisce alla presenza di contaminanti, siano essi presenti sul terreno o in un corso d'acqua circostante. Il test fornisce risultati entro 48 ore.